Vorremmo fermarci un attimo a parlare della OMEGA (Organizzazione Marzialisti E Gong-Fu Amatori) nei suoi contenuti basilari. Sotto l’egida della associazione si sono riuniti vari praticanti di Wing Chun, al fine di diffondere lo stile del M° WONG SHUN LEUNG. Il Direttore Tecnico, attualmente, è il M° Archimede Tentindo, formatosi allo stile con allievi diretti di Wong, dell’operato dei quali avremo modo di parlare in articoli successivi. Il M° Tentindo insegna Wing Chun dal 1995 ed è coadiuvato alla diffusione di questa stupenda disciplina dai suoi allievi più anziani, divenuti a loro volta Sifu: Francesca Vaino, Giuseppe Capuana e Maurizio Petri, che costituiscono il Comitato Organizzativo dell’associazione. (NOTA: Giuseppe Capuana NON fa più parte della OMEGA dal 2002). Altri valenti istruttori sono presenti nella città di Roma ed in varie parti d’Italia. In Germania la OMEGA è rappresentata dal M° Roberto Laura, valente istruttore di SERRADA ESKRIMA e responsabile europeo della T.S.E. (TAKOSA SERRADA ESKRIMA). Vari corsi istruttori sono operativi allo scopo di soddisfare le numerose richieste in tal senso. Quando il M° Tentindo si è avvicinato al Wing Chun era 2° Dan di Karate Shotokan e ciò che esercitava maggiore attrazione per lui era il CHI SAO, l’esercizio mediante il quale si possono controllare gli arti dell’avversario, sentendo la direzione che essi prendono e sfruttando la loro energia per oltrepassare la guardia da essi creata. Il suo lavoro fino ad allora era basato sull’esplosività dei colpi portati da una medio-lunga distanza, e questo aveva implicato uno sviluppo positivo del proprio tempismo. Il desiderio di confrontarsi anche in situazioni di medio-corta o corta distanza trovava la sua realizzazione nella pratica del Chi Sao. Praticando il Wing Chun molto sistematicamente e con assiduità e soprattutto grazie ai suo Maestri, allievi diretti di Wong, il M° Tentindo ha scoperto con piacere, anche altre insospettabili caratteristiche: in primo luogo che disponendo in maniera armonica tra loro sei determinate articolazioni, e cioè polso, gomito, spalla, anca, ginocchio e caviglia, si sviluppa una forza omogenea che parte dalla articolazione basale (caviglia) e arriva proiettata fino al polso, determinando una grande potenza dei colpi senza caricamento degli arti. La coordinazione armonica delle sei articolazioni, detta “Legge delle sei armonie”, permette nel nostro stile di assumere posizioni molto stabili e fortemente radicate al suolo: è una caratteristica degli stili interni di Gong Fu quella di comprimersi come un animale, che sta per balzare in avanti sulla preda. Gli spostamenti sono molto rapidi anche perchè la gamba d’appoggio è raccolta a molla come quella dei centometristi, al momento dello scatto iniziale. Anche questo rientra nella Legge delle sei armonie, in quanto la direzione della caviglia deve essere omogenea a quella delle altre articolazioni e quindi rivolta con il piede d’appoggio in avanti. A questo proposito è noto che Wong Shun Leung ha vinto tutti i suoi combattimenti tirando uno, due, o al massimo tre pugni. Ci soffermiamo su questi aspetti perchè spesso ci è capitato di interloquire con marzialisti convinti che il Wing Chun sia un’arte formidabile sulla medio-corta distanza, in quanto controllando l’avversario si può colpirlo tante volte, ad esempio con i “pugni a catena”. In tali occasioni noi spieghiamo innanzitutto che non è necessario in ogni caso colpire un individuo tante volte, per mandarlo al tappeto; in secondo luogo dimostriamo le nostre strategie nella lunga distanza, fase in cui quasi sempre si “accende” un combattimento. In questa fase iniziale, paragonabile alla mossa di apertura nel gioco degli scacchi il nostro intento non è quello di cercare ad ogni costo di stabilire un contatto con gli arti dell’avversario, ma di attaccare i punti vitali di quest’ultimo proprio nel momento in cui egli cerca di colpirci. Siamo specialisti nell‘attaccare chi ci attacca. Wong Shun Leung non era molto alto. Una volta un giornalista gli chiese come faceva a confrontarsi con combattenti spesso molto più alti di lui. Egli rispose sorridendo “Quando il mio braccio tocca il suo (braccio), vedo il suo viso lontanissimo, ma subito dopo il suo busto e la sua faccia sono alla portata dei miei pugni”. Nel Wing Chun quando si è attaccati, non si fanno parate, ma si va contro l’avversario con tecniche che, minacciando le sue parti vitali, hanno la capacità di incidere sui suoi arti mediante angolazioni che ci permettono di colpire senza essere colpiti. Il praticante viene condotto ad apprendere i principi fondamentali dello stile, mediante una didattica progressiva: in breve tempo apprende che non è importante memorizzare delle combinazioni, quanto “digerire” le varie metodiche e renderle proprie. Scopo del suo maestro è, non creare una copia di se stesso, ma di favorire lo sviluppo di un vero artista marziale. Con umiltà ci proponiamo di diffondere il Wing Chun, all’insegna della verità e della sincerità, i due valori più importanti in cui crediamo. Archimede Tentindo